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28 ottobre 2010 – La Regione
In margine alla lista PLR per il Consiglio di Stato
Mi fermo e mi tolgo qualche primo sassolino da una scarpa (e pensare che ne ho anche una seconda!). Come ex presidente distrettuale PLR del Mendrisiotto non posso farne a meno. Sulla discussa lista presentata la scorsa settimana dalla Commissione Cerca PLRT per le elezioni al Consiglio di Stato non figura un candidato del Mendrisiotto. La questione è stata liquidata in tre righe, anzi una frase, dal membro momò della Commissione Cerca cantonale, Edo Bobbià. Tutti contenti e soddisfatti di questo risultato i liberali radicali del Mendrisiotto? Non credo e oso sperare di no. Se questa lista è definita forte, e non poteva essere descritta diversamente (marketing politico oblige!), allora il Mendrisiotto, secondo distretto del Cantone per forza economica, cos`è? Debole? Tanto debole da non meritare un posticino, da non avere tra i propri liberali nessuno di meritevole e/o con sufficiente esperienza? Forse ho vissuto un altro distretto liberale fatto di gente con esperienza, passione e competenza. Sicuramente tra i sindaci, municipali, consiglieri comunali, candidati o ex candidati al Gran Consiglio e presidenti sezionali (in carica o di un passato recente), ve n’erano e ve ne sono in questo Distretto che possono vantare un’esperienza politica che va oltre, ad esempio, ad una presidenza sezionale di soli 2 anni tra il 1998 e il 2000, seppur della capitale. Non me ne voglia il candidato a cui alludo che certo non ha responsabilità. Egli si è limitato verosimilmente ad accettare un’offerta fattagli. Quindi non si venga a dire che nel Mendrisiotto non vi erano persone con esperienza politica, sempre che questo fosse un criterio. Diverso il discorso se non si sono volute cercare o accettare le persone. Allora v’è da domandarsi il perché! Bobbià ha affermato che nel Mendrisiotto non si sono trovati candidati idonei. Evviva! Immagino l’entusiasmo e la gratificazione di tutti i liberali radicali del distretto, semplici votanti o che operano quotidianamente per il partito, con o senza titoli di studio, con esperienze professionali in Svizzera o all’estero in vari settori, chi silenzio e chi meno. Giudizio un tantino impietoso da parte di un Gran Consigliere uscente che viene proprio dal Mendrisiotto, o no? Vogliamo davvero credere che nel Mendrisiotto si siano esaurite le personalità dopo che nelle passate elezioni vi furono in lista per il Consiglio di Stato, sempre e da decenni, a turno e per anzianità di carica, gli ultimi Gran Consiglieri? E se fosse così, ciò che non oso credere, come mai non si sono costruiti, sostenuti e appoggiati nuovi personaggi per il ricambio? Che si sia rotto davvero lo stampo? Oppure non si è voluto aggiungere carta e inchiostro alla stampante? Se, come ho letto, delle 30 persone interpellate a livello cantonale, solo 3 erano del Mendrisiotto e queste avrebbero tutte rinunciato, mi chiedo ancora: ma non sono un po’ pochine, chi sono, chi le ha indicate e perché hanno rinunciato? Sono stati valutati possibili “outsider” nel distretto? Che ne è della meritocrazia o del debito di riconoscenza verso chi ha dato qualcosa la partito? Come mai nemmeno tra i candidati per Gran Consiglio del Mendrisiotto vi sarebbero secondo la Commissione cerca cantonale delle personalità con esperienza e idonee? E se vi sono o vi erano perché non hanno dato la loro disponibilità? C`è una strategia o un disegno dietro queste rinunce? Credo di sì. Ma è solo una possibile chiave di lettura che, se fosse vera, non posso condividere in quanto, come ex presidente distrettuale e politico comunale, ancora ritengo che questo distretto abbia e debba avere sempre un equilibrio, dettato dai risultati elettorali passati, tra “liberali” e “radicali”. Equilibrio che andrebbe difeso coi denti, anche e soprattutto, se si vuol credere alla “Grande corrente di centro” del partito a cui alludono i nostri presidenti nazionale e cantonale. E l’assenza di un liberale radicale del Mendrisiotto nella lista al Consiglio di Stato non va, a mio avviso, a favore di questo equilibrio e della decantata “ritrovata unità”. Nel distretto saranno in lista per il e noi liberali momò che faremo? Anche qui pare che siano stati fatti i debiti calcoli – così afferma qualcuno della Commissione cerca che sta da queste parti- secondo i quali, se anche perderemo qualcosa, magari dei voti per il Consiglio di Stato e addirittura uno dei 5 seggi in Gran consiglio sinora detenuti dal PLR, ebbene, poco male. Quantité négligeable, direbbero i francesi, i quali proseguirebbero forse dicendo: “Après nous, le déluge`” (dopo di noi, il diluvio). È questo che vogliono alcuni dei nostri?
Avv. Matteo Quadranti, municipale PLR