Risposte a Intervista

Marzo 2007 – La Rivista del Mendrisiotto

 

  1. Come giudica la legislatura che si sta chiudendo in questi giorni. Quali sono stati i temi momò affrontati e risolti?

 

A livello di studi e progetti nonchè di pianificazione parecchio è stato fatto: studio cantonale sulle aggregazioni comunali con diversi scenari per la nostra regione; piano regionale dei trasporti (PTM) e piano cantonale per l’approvvigionamento idrico (PCAI) del Mendrisiotto – quest’ultimo meglio noto come progetto di Acquedotto a lago. Nell’ambito della revisione del Piano direttore cantonale sono state sottolineate tra l’altro le problematiche legate al carico ambientale del distretto mettendo però anche in rilievo le potenzialità di quest’ultimo come polo ricco di componenti turistiche (Valle di Muggio ad esempio), culturali e naturalistiche (Parchi delle Gole della Breggia, del Monte Generoso e del Monte San Giorgio). La vocazione del Mendrisiotto quale polo produttivo e commerciale (Parco tecnologico del Pian Faloppa, Area Foxtown e adiacenze, ecc…) resta comunque riconosciuta. Sicuramente la politica fiscale e di promovimento economico cantonale e il ruolo attivo di alcuni Comuni hanno giocato anch’esse il proprio ruolo nell’insediamento di nuove attività nel distretto, soprattutto provenienti dalla vicina penisola, e ciò può apparire più importante da quando la Berna federale s’è “allontanata” in termini di perdite di posti di lavoro nei settori delle ex regie federali.

Purtroppo, malgrado le prese di conoscenza i problemi risolti invece sono ancora pochi.

 

  1. Quanto invece non è stato messo sul tavolo delle discussioni alfine di risolvere questioni legate alla regione?

 

Coerentemente con quanto sopra, mancano ora le concretizzazioni dei progetti e la loro messa in cantiere con i relativi finanziamenti. Come individuato anche dallo studio dell’Istituto di ricerche economiche, il Mendrisiotto deve percorrere sei scenari di sviluppo nei settori seguenti: vitivinicolo e agroalimentare (di cui l’Istituto di Mezzana nella nuova veste dovrà fungere da catalizzatore), logistica, sistemi alternativi di mobilità, valorizzazione dei parchi geologici, gestione del territorio e delle costruzioni (grazie anche alla presenza dell’Accademia di architettura) ed infine incontro della cultura e del multietnico.

 

  1. Quali temi legati al Mendrisiotto suggerirebbe di affrontare agli eletti della prossima legislatura?

 

La ricerca di un “marchio”, un prodotto, un elemento caratterizzante il Mendrisiotto a livello internazionale. La sicurezza è pure un tema tornato d’attualità visto l’aumento della piccola criminalità in parte legata anche alla frontiera. La messa in rete e il potenziamento dei Poli Universitari nel contesto della Regio Insubrica con l’obiettivo di portare anche nel Mendrisiotto centri e attività di ricerca avanzata e di alto livello. Il coordinamento e finanziamento, nell’ambito della nuova legge e politica federale delle Regioni, di progetti turistici e culturali. Questi sono alcuni temi che gli eletti, tra cui spero di figurare, potrebbero affrontare a Bellinzona non senza dimenticare che, indirettamente, sarebbe auspicabile proporre il Ticino, e il Mendrisiotto in particolare, come terra d’intermediazione nei rapporti tra la Confederazione e l’Italia. Ciò non solo per ragioni puramente linguistiche e di mentalità ma perché ritengo che questo potrebbe rendere Berna più attenta alle problematiche del nostro distretto che debbono essere risolte a livello federale (politica dei trasporti e delle vie di comunicazione, rispetto degli accordi bilaterali in particolare per ciò che riguarda la reciprocità). Infatti sembra talvolta che si dimentichi che, a differenza di altre regioni svizzere, la nostra è a stretto contatto con un’industriosa, popolosa e competitiva Lombardia.

 

 

  1. Bellinzona risulta ancora così “lontana” per il distretto momò? Come avvicinare la sensibilità politica cantonale ad una regione particolarmente fragile rispetto ad agglomerati più forti?

 

Non credo che il distretto momò sia lontano da Bellinzona né che questo sia “fragile”. In fondo il nostro distretto resta sempre la seconda forza economica del Cantone dopo quello di Lugano. Certo è che, per avvicinare ulteriormente l’autorità cantonale alle esigenze specifiche del distretto indicate sopra, vi sono delle ulteriori potenzialità da sfruttare. Tra queste le aggregazioni comunali sono solo uno degli strumenti possibili. Un altro strumento pensabile potrebbe essere quello di creare una sorta di “conferenza dei deputati distrettuali” che abbia a promuovere e sostenere congiuntamente, quindi indipendentemente dagli steccati partitici, gli interessi comuni e peculiari della nostra regione verso il Cantone.

In ogni caso il Mendrisiotto dovrà muoversi istituzionalmente non solo verso Bellinzona, ma all’interno del triangolo Lugano – Como – Varese di cui costituisce il cuore. In quest’ottica il suo ruolo nella Regio Insubrica – i cui mezzi andrebbero potenziati – dovrà essere riconsiderato visto che la frontiera non è più una barriera.

 

  1. Come ha vissuto questa infuocata campagna elettorale?

 

Non si può celare una certa preoccupazione che però rivolgo più verso il futuro che non per quanto accaduto nell’ultimo anno e mezzo circa. È fondamentale ora che i nuovi poteri cantonali abbiano a concentrarsi su progetti concreti per il Paese che non siano limitati al solo risanamento delle finanze. Questo obiettivo resta fondamentale per poter rilanciare l’economia e al contempo preservare anche una socialità giusta e mirata, ma non può essere l’unico obiettivo della prossima legislatura. È quindi fondamentale che si abbia a raggiungere un Patto tra le diverse componenti del Paese per concordare almeno su alcuni progetti essenziali. L’ultima legislatura è stata caratterizzata da litigiosità e da protagonismi (di persone e di partiti) che non hanno giovato al lavoro dell’Esecutivo e del Legislativo cantonali. Il Cantone e le sue istituzioni sono chiamati ad adottare decisioni concertate e in tempi sempre più brevi per evitare l’immobilismo e/o un ritardo nel rispondere alle esigenze quotidiane dell’economia e della popolazione. L’elettorato dovrà quindi fare la propria scelta a favore di persone che possano garantire una migliore governabilità e progettualità al Cantone e che concordino sull’interpretazione di ciò che s’intende per etica pubblica.

 

  1. C’è una persona che vedrebbe volentieri nel Consiglio di Stato? E se sì, per quali motivi?

 

Senz’altro auspico la riconferma dei due seggi PLRT in seno al Consiglio di Stato, ciò che non sembra essere messo in discussione neppure dai due partiti cantonali che ambiscono al raddoppio della propria presenza in governo. Tra i candidati PLRT vedrei volentieri nel Consiglio di Stato la riconferma di Lele Gendotti, per quanto ha fatto e per la responsabilità con cui ha preso decisioni anche difficili per il Paese e per il PLRT, e l’ingresso di Laura Sadis. Essi rappresentano, per quanto si voglia continuare a vedere due anime distinte nel nostro partito, le sensibilità radicali e liberali. Ritengo che Laura Sadis, nell’ambito della nuova compagine governativa, possa fornire migliori garanzie per la governabilità e la progettualità del Paese e ciò considerata la preoccupazione esposta in precedenza.

Auspico e sono convinto che anche il candidato del Mendrisiotto, Moreno Colombo, possa ottenere un risultato elettorale di grande rilievo e importanza per il nostro Distretto.