Amnistia fiscale: le ragioni non meno etiche per un sostegno all’occupazione

5 maggio 2014 – Corriere del Ticino

È ormai noto che il 18 maggio prossimo voteremo sul tema dell’amnistia fiscale cantonale. Nell’arena politica vi sono in particolare i socialisti ad essere contrari a questa modifica legislativa mentre la stessa, rilanciata dal PLRT, é poi stata sottoscritta pure da PPD, UDC, Verdi e Lega. Il Parlamento ha accolto la modifica della legge tributaria con 51 voti favorevoli e solo 15 contrari. Le ragioni dei contrari sono principalmente d’ordine etico-ideologico oltre che giuridico sostenendo che vi potrebbero essere problemi di costituzionalità e rispetto del diritto superiore. In questo caso, avendo sottoscritto il rapporto di maggioranza della commissione tributaria, ho preferito dar ascolto a dei tecnici al di fuori dell’arengo politico. Questi esperti di fiscalità riconoscono, giustamente senza patteggiare per l’una o l’altra parte politica, che un’amnistia fiscale solleva l’eterno conflitto tra Etica e Ragione di Stato. Essi rilevano anche che le motivazioni dei sostenitori e dei contrari sono parimenti degne di rispetto e sostenibili, oltre a giudicare però che la nostra proposta di amnistia cantonale è stata giuridicamente ben costruita nel seppur limitato margine di manovra concessoci dalle norme federali. Stabilito che gli argomenti e le motivazioni dei sostenitori dell’amnistia hanno pari dignità di quelli dei suoi avversari, ritengo che il cittadino debba decidere sulla base di ponderazioni molto pratiche circa i vantaggi e gli svantaggi dell’amnistia. Orbene, assodato che coloro che detengono soldi non dichiarati al fisco sono presenti almeno a partire già dai piccoli e medi contribuenti e non solo tra i ricchi e super ricchi, credo che un’amnistia sia nell’interesse della maggior parte del popolo. Si potrebbe altresì sindacare sulla questione a sapere se tra coloro che invece hanno sempre dichiarato tutto al fisco, la maggioranza lo abbia fatto per questioni meramente etiche o semplicemente perché non hanno avuto di fatto la possibilità di nascondere alcunché. Ma qui entreremmo in un terreno meramente speculativo. Inoltre, per tanti o pochi che saranno i patrimoni che ciascun contribuente-evasore vorrà dichiarare grazie all’amnistia, ebbene, saranno pur sempre capitali che altrimenti continuerebbero a giacere in qualche “forziere” riservato e i loro proprietari rimarrebbero comunque privi di sanzione pecuniaria oltre che morale. Certo ci si può illudere che il fisco possa presto o tardi “beccarli” e fargliela pagare, ma la realtà è che comunque i casi scoperti sono e restano una minima parte e con costi d’indagine spesso rilevanti in termini di energie e risorse che lo Stato dovrebbe mettere in campo. Per contro, molto più agevole, semplice e fruttuoso è dare al contribuente la possibilità – ogni 50 anni e in tempi di crisi – di far emergere spontaneamente capitali sommersi, capitali sui quali in ogni caso egli pagherà da lì innanzi tutte le imposte. Certo si tratta di risolvere al meglio la questione etica e di equità legata alle imposte non pagate in precedenza. Per questa ragione la proposta di amnistia fiscale cantonale prevede comunque che il contribuente paghi il 30% delle imposte cantonali e comunali sottratte e ciò per tutti i 10 anni precedenti. Ciò non è comunque un regalo poiché si tratta di considerare che i capitali dichiarati non saranno posti al beneficio, purtroppo, di una amnistia pure per le imposte federali. Pertanto chi vorrà beneficiare dell’amnistia lo farà per necessità e volontà di rimettere nel circolo virtuoso i propri fondi e quindi anche con un obiettivo che oserei pure definire per certi versi etico. Ma non vi è poi un aspetto etico anche nel perdono dopo un proporzionato “castigo”? In quanti altri frangenti, tra “giustizialisti” e “indulgenti” optiamo per quest’ultimi? L’anziano che magari ha nascosto al fisco 150’000 franchi di risparmi di una vita, e grazie a ciò ha forse beneficiato di prestazioni complementari o sussidi, sarebbe eticamente più o meno condannabile del più ricco che ha tenuto nascosto 1 milione di franchi? Sotto la lente dell’etica, si rischia spesso di vederci un po’ offuscato e andare a sbattere contro un muro. Ma soprattutto una buona ed etica ragione per votare a favore dell’amnistia risiede nel fatto che le imposte che così verranno eccezionalmente recuperate dagli erari cantonale e comunali, non andranno comunque nel calderone bensì finiranno in un fondo appositamente voluto e con obiettivi mirati: facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati; incentivare l’aggiornamento e la riqualifica professionale dei senza lavoro; creare percorsi formativi nell’ambito delle nuove tecnologie; risanamento energetico, ecc…. Insomma, ciò di cui oggi abbiamo bisogno, noi e lo Stato.

Matteo Quadranti, deputato PLR