Altri paroloni sul Referendum finanziario

Il collega deputato nonché psichiatra Orlando Del Don non ha digerito la mia opinione, perché così si chiama la rubrica, apparsa sul Corriere del Ticino il 5 marzo e quindi su questa testata mi tira in ballo con una sua opinione datata 11 marzo dal titolo “Quel furore contro il referendum” dandomi evidentemente del “giacobino radicale” che suscita “ilarità” e “sconcerto”, si “scaglia” con “furore e accanimento” contro chi è a favore del referendum finanziario obbligatorio. Invero preoccupano certi toni e paroloni usati da un professionista del suo ambito, ma tant’è! Visto che l’onestà intellettuale secondo Del Don ce l’avrebbe solo chi si ravvede e ammette i suoi errori, errori che evidentemente stanno in chi non la pensa come lui secondo una sua strana visione della verità, mi permetto segnalare solo qualche punto. Il sottoscritto nell’esporre la propria precedente opinione non ha usato, verso i sostenitori del referendum obbligatorio, termini quali “nazionalpopulisti che non capiscono niente”. Nemmeno ho sottaciuto, come dà ad intendere Del Don che in altri 15 Cantoni un tale referendum obbligatorio esiste. Vada a rileggersi bene la mia opinione del 5 marzo per cortesia e vedrà che tale dato figura in tutta trasparenza come tutti gli altri dati e le varie considerazioni che appaiono in tutti i documenti ufficiali di chi in Governo e in Parlamento ha seguito la tematica. È altresì falso che il sottoscritto o il PLR voglia negare al popolo il diritto di esprimere la propria opinione su questioni di peso come le finanze. Infatti come avevo chiaramente scritto, il referendum finanziario già esiste e può essere usato dal popolo. L’unica differenza è che tale referendum è facoltativo e quindi richiede una raccolta firme. Il sottoscritto non ha mai scritto o detto che chi sostiene l’opportunità di un referendum obbligatorio voglia qualcosa di “strano, inutile e frutto di una mentalità distorta” (sic! Ci sarà della deformazione professionale in questa affermazione?). Ho semmai solo detto, come peraltro hanno ritenuto una maggioranza del parlamento e il Governo, che il referendum facoltativo è ritenuto per ora sufficiente tenuto conto degli altri strumenti di disciplina finanziaria di cui ci si è dotati di recente. Nulla di più, nulla di meno! E concludevo infine che il PLR ha inoltrato un’iniziativa volta a verificare l’efficacia e l’efficienza delle attività dello Stato e quindi anche delle sue spese.

 

Matteo Quadranti, deputato PLR

Corriere del Ticino