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5,6,7 aprile 2011 – Corriere del Ticino, La Regione, Giornale del popolo
Fuori l’orgoglio: più soldi nella ricerca, nell’educazione, per lo sviluppo e l’occupazione
Credere in un Ticino capace di decidere il proprio destino e che conta sulle proprie forze positive non è un sogno ma una realtà che si fonda su dati di fatto incontrovertibili. È una reazione di orgoglio e di autostima che ci vuole da parte del Paese reale verso quella politica distruttiva, negativa e gridata che non fa altro che sollevare e ingigantire problemi senza proporre soluzioni praticabili. Quella politica chiusa che vede il Ticino come l’ombelico del mondo; che gioca sulle paure per cavalcare voti; che non sa fare di conto; che pretende di amministrare il presente senza vedere più in là e investire nella costruzione di nuove opportunità per il futuro; che pensa che alzando la voce e picchiando col randello a Berna o in Italia o in UE la nostra piccola realtà sarà più ascoltata; che preferisce additare sempre un nemico da abbattere invece che valorizzare le sinergie e creare una coesione per governare il paese. Il Paese, l’economia e i cittadini si meritano di vedersi valorizzati. Il Ticino è un Paese con finanze sane, con una struttura sociosanitaria solida, dove si fa già molta ricerca e dove vi sono aziende che da noi sono nate, cresciute o si sono insediate. Se uno Stato come il nostro, solido e che ha saputo superare meglio, ma molto meglio di altri Paesi, la crisi non ha il coraggio di spendere e investire nel futuro allora mi chiedo chi potrà farlo. Chi propone solamente sgravi fiscali fa una politica di breve termine e che non da garanzie di crescita a medio e lungo termine. Se poi, sbagliando i calcoli come è abituata a fare Lega e accoliti, si propongono sgravi fiscali quantificandoli in 120 milioni, mentre alla verifica attenta in realtà si avverano essere di quasi 300 milioni di franchi comprese le ripercussioni sui Comuni, allora mi chiedo dove si vuole portare il bilancio dello Stato. Mi aspetto che un governo non faccia dell’amministrazione corrente per far quadrare solo i conti ma che sappia guardare oltre e che investa. Che investa e che in modo trasparente dica dove vuole spendere. Credo che così facendo cittadini e aziende sapranno riconoscere l’utilità e la contropartita delle imposte richieste e non chiederanno sgravi eccessivi e di breve respiro. Invece degli sgravi, usiamo bene i soldi dello Stato, che poi siamo noi e i nostri figli. Penso in particolare ad investire nella ricerca e nella formazione. Abbiamo una struttura ospedaliera ottima, un Istituto oncologico e uno in ricerche biomediche di fama internazionale, delle cliniche riabilitative, delle farmaceutiche che fanno ricerca. Creiamo il Master di Medicina (e Biomedicina) in Ticino, colleghiamo il tutto agli istituti universitari. Facciamo in modo che questo venga comunicato al resto d’Europa o del mondo (la facoltà di scienze della comunicazione non esisterà solo per comunicare in Ticino o con la Lombardia spero!). Organizziamo congressi internazionali in medicina e farmaceutica, attiriamo turismo anche attraverso questi canali. Lo stesso discorso potrebbe essere duplicato per l’investimento e lo sviluppo delle energie rinnovabili, affinché un futuro senza nucleare diventi una realtà possibile per le generazioni dopo la nostra. Creiamo poi percorsi di formazione e apprendistati per queste nuove possibili professioni. Pensiamo al lavoro futuro dei nostri bambini di adesso. Insomma, realizziamo grazie ad uno Stato forte un Campus Ticino. Siamo propositivi e creativi come lo sono i nostri imprenditori. Non continuiamo a chiedere le elemosine a Berna, a piagnucolare per quanto il ministro Tremonti fa. Smettiamola di prendercela con nemici fuori, veri o fasulli. I peggiori nemici di noi stessi possiamo essere solo noi. L’ottimismo della ragione e l’orgoglio di un Paese, che se non è perfetto, ha l’ambizione di diventarlo con le proprie forze, sono la prima ricetta da servire nella tavola a cui i Ticinesi vorranno sedersi, assieme, generazione di oggi e quelle che verranno.
Avv. Matteo Quadranti, candidato PLR al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio