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11 marzo 2011 – Corriere del Ticino
Quale presidente dell’Associazione Cantonale Ticinese di Ginnastica (10’000 membri attivi, quasi 2’000 volontari di ogni età e ceto), sono stato invitato nel 2010 quale relatore a una conferenza sul volontariato (cfr. relazione in www.quadranti.ch). Volontariato è il prestare gratuitamente la propria opera presso enti pubblici o privati (associazioni sportive, per il tempo libero, amatoriali, culturali,…) a favore della collettività. Chi fa volontariato o pratica uno sport, sa cosa significa lavorare insieme per uno scopo comune e sociale, mette da parte i personalismi. In una storica sentenza della Corte Costituzionale italiana del 1992, si legge che: “Quale modello fondamentale dell’azione positiva e responsabile dell’individuo che effettua spontaneamente e gratuitamente prestazioni personali a favore di altri individui ovvero di interessi collettivi degni di tutela da parte della comunità, il volontariato rappresenta l’espressione più immediata della primigenia vocazione sociale dell’uomo, derivante dall’originaria identificazione del singolo con le formazioni sociali in cui svolge la sua personalità e dal conseguente vincolo di appartenenza attiva che lega l’individuo alla comunità degli uomini. Esso è la più diretta realizzazione del principio di solidarietà sociale, per il quale la persona è chiamata ad agire non per calcolo utilitaristico o per imposizione, ma per libera e spontanea espressione della profonda socialità che caratterizza la persona stessa. Si tratta di un principio che è posto dalla costituzione tra i valori fondanti dell’ordinamento giuridico, tanto da essere solennemente riconosciuto e garantito, insieme ai diritti inviolabili dell’uomo, dall’art. 2 della Carta costituzionale (ndr. italiana) come base della convivenza sociale”. Un tale riconoscimento dell’attività di volontariato può rendere orgogliosi coloro che la svolgono. Ma non si vive di solo orgoglio! Il volontariato è in perdita di velocità: segno dei tempi, di un individualismo più marcato e dove a ogni cosa si da un prezzo o costo. Lo scorso 28 febbraio, in occasione dell’annuale incontro tra le Federazioni sportive e il direttore del DECS – che tanto ha fatto in favore dello Sport ticinese – si è sottolineata ancora l’importanza dello sport e del volontariato come occasione di aggregazione e integrazione sociale. Il PPD ha appena lanciato una iniziativa parlamentare in cui si chiede allo Stato di sostenere fattivamente il volontariato. Bene! Peccato che questa iniziativa si limiti ancora a una questione di dettaglio e di natura fiscale (innalzare le soglie d’imposizione sull’utile e sul capitale delle associazioni a scopo ideale). Mi chiedo se in questo Cantone si riesca a parlare solo di questioni fiscali (sgravi, amnistie, incentivi) e di economia, o se di tanto in tanto non si possa parlare di uomini e di una loro valorizzazione positiva. In fondo l’uomo dovrebbe restare il fine dell’economia e non il mezzo per raggiungere gli utili. Chiedo quindi che la discussione parlamentare sull’iniziativa del PPD si trasformi in un’occasione di vero dibattito sul tema del volontariato e non una mera iniziativa elettorale, come quella della Lega sugli sgravi, per raccogliere consensi. Si deve fare in modo che il volontariato venga maggiormente riconosciuto dall’Ente pubblico e nel settore privato con, ad esempio, il riconoscimento reciproco di “attestati” da poter utilizzare anche per trovare lavoro, come fatto per le formazioni dei militari di milizia. Altri aspetti legali e burocratici rendono oggi difficile mantenere il principio del volontariato nel senso di prestazione assolutamente gratuita. Il solo rimborso delle spese effettive non è sufficiente a incentivare il mantenimento dell’attività volontaria, e delle indennità ulteriori hanno conseguenze dal profilo fiscale e degli oneri sociali soprattutto quando l’attività volontaria è importante in termini di disponibilità di tempo. Un’attività che comporti degli indennizzi annui superiori a CHF 2’200 è soggetta alle trattenute degli oneri sociali. Ritengo si possano trovare ancora spazi per valorizzare meglio il volontariato evitando di dover professionalizzare anche alcuni ambiti residui dell’attività volontaria, espressione della vocazione sociale dell’uomo.
Avv. Matteo Quadranti, candidato PLR al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio