Tutti a casa

16 maggio 2008 – Opinione Liberale, Rubrica Ballate Maltesi

La quarta libertà

Isaiah Berlin distingueva due concetti di libertà: quella negativa, come non interferenza secondo cui posso fare tutto ciò che non mi è proibito, e quella positiva che riguarda invece l’autodeterminazione degli individui. La domanda, a cui dovrebbe rispondere questo secondo concetto, è: sono veramente autonomo o qualcuno decide per me?

Un terzo concetto di libertà – di ispirazione repubblicana – è quello di non vivere sotto padrone, e per darvi corpo, la democrazia garantisce ai cittadini una serie di diritti e di possibilità di partecipazione alla vita pubblica.

Stando ad alcuni segnali pare che oggi si stia affacciando un quarto concetto di libertà: la libertà di liberarsi di alcune libertà fondamentali. Il timore è che quest’ultimo concetto vada ad azzerare le conquiste dei primi tre. Rinunciare a libertà fondamentali quali la libertà di partecipazione, di pensiero (libero, non condizionato), di parola, per limitarsi all’astensione, al disimpegno, al solo interesse personale, arrischia di portarci dalla Libertà all’Obbedienza nei confronti di quelle minoranze che sanno giostrare con la migliore propaganda e indirizzare i sondaggi puntando sulle paure. Non dimentichiamo che Napoleone Bonaparte disse che “il condottiero [ndr. oggi si direbbe, il Leader] è un trafficante di speranze”. Vero è anche che spesso la gente è fin troppo contenta di farsi guidare. Spinta da debolezza, pigrizia, timori, essa preferisce lasciare ad altri il compito di decidere: liberandosi del “peso” della propria libertà di autodeterminazione, di decisone e del libero arbitrio. Di fatto asservendosi, appunto, ad un “padrone” sempre più difficile da identificare poiché nascosto dietro presunte opinioni pubbliche, dettate da sondaggi di dubbia affidabilità che scaturiscono da martellanti campagne propagandistiche gestite da minoranze. Il leader demagogico combina nella sua persona l’aspetto minaccioso e quello teatrale. Un esempio, tra tanti che la storia ci ha dato, è quello dell’Inquisizione spagnola che fu asservita a meri interessi di alcuni nobili. Grande teatralità veniva dispiegata dagli Inquisitori nelle loro cacce a streghe e stregoni. Bisognava inculcare nella popolazione l’idea che la causa di tutti i loro mali era opera del demonio (quindi dell’Altro) così che, impaurita, la gente si convincesse di aver bisogno, da un lato, del Clero salvatore e, dall’altro, del potere centrale, rappresentato dal Re, il quale, a sua volta, era così meglio in grado di pretendere tributi dai suoi sudditi per “garantire” la loro “sicurezza” dal male che veniva, evidentemente, da “fuori”.

Vi è una storiella filosofica dal titolo “Scelta obbligata” che si sviluppa in forma di dialogo telefonico tra l’Ufficio elettorale della Casa Bianca (U) ed una signora Norma (N): “U: Pronto? Vorremmo chiederle chi vincerà le elezioni presidenziali secondo lei. N: Mi hanno già chiamato altre società di sondaggio. Cercatevi qualcun altro. U: Questo non è un sondaggio bensì le elezioni vere e proprie. Lei è l’unica a cui lo chiederemo poiché lei è il Campione Minimo Perfetto di tutti gli istituti di sondaggio. Lei è il sogno di tutti gli statistici del Paese, i paradosso della teoria delle probabilità. Abbiamo scoperto che lei ha esattamente le opinioni della maggioranza degli americani, proprio come il signor Muller immaginato da Isaac Asimov. Qualsiasi domanda le si faccia lei risponde sempre come la maggioranza e così non vi è più la necessità di interpellare campioni più ampi di persone. N: Vuol dire che quello che io dico determina il vincitore delle elezioni senza bisogno che i cittadini vadano al seggio a votare? U: Esatto. I cittadini possono starsene tutti a casa. Ce lo dica lei tanto il risultato sarebbe uguale. N: E se le dico una cosa a caso? U: Potrebbe fare anche testa o croce. In tal caso ipotizzeremo che anche la maggioranza degli elettori avrebbe preso la sua decisione in tale modo. Lei è infallibile anche quando risponde a caso. N: Ma io non voglio che le mie opinioni siano identiche a quelle della maggioranza. Voglio essere originale. U: Aspetti che verifico… Esatto. Questo è proprio quello che vuole la maggioranza dei cittadini” .

Non so voi, ma io trovo che vi sia qualcosa d’inquietante dietro l’aspetto di “divertissement” della storiella. Una sensazione parificabile alla lettura del libro “1984” di George Orwell.

Friedrich A. von Hayek diceva che il liberalismo muove dal riconoscimento dei limiti della conoscenza umana e quindi della fallibilità umana. Perciò nessuno può pretendere di essere depositario di un punto di vista privilegiato e di imporlo agli altri. Mi pare che in questo Paese stiano apparendo “leader” di dubbio valore che, usando doti teatrali favorite da media compiacenti, si ergono ad “inquisitori”, “condottieri”, “salvatori della patria”. Speriamo che presto, come altri nella storia, se ne tornino tutti a casa, o vi siano condotti da una cittadinanza rinvigorita dall’uso salutare delle prime tre libertà.