Tempi di liste elettorali

5 marzo 2010 – Corriere del Ticino

Listarella dei non argomenti per farsi rieleggere

Ci sono le liste elettorali che hanno un numero chiuso di membri. Poi ce ne sono altre come la listarella che segue e che potrebbe proseguire con un “eccetera”. Ma veniamo al dunque. Il cambio di presidenza in seno al PLRT e l’avvicinarsi dell’allestimento delle liste per le elezioni cantonali 2011, e poi comunali 2012, ha già posto alcuni in stato di agitazione, se non di rivendicazione. Mi riferisco a coloro che dovrebbero rinunciare alle cariche pubbliche ricoperte da lungo tempo. Niente di nuovo? È possibile cambiare le cose, aprire gli occhi?

Non argomento no 1): La norma statutaria del PLRT che limita a 4 legislature le cariche pubbliche andrebbe rivista e comunque non è imperativa ed è interpretabile. Perché mai si dovrebbe rivedere una norma voluta, ma non solo, dalle giovani generazioni e approvata a larghissima maggioranza in un Congresso di soli 3 anni orsono? Perché, visto che il PLRT è tra gli ultimi partiti storici ad essersi dotato di tale norma, dovrebbe ora rivederla mandando a pescare le aspettative dei giovani liberali radicali? Perché su questo aspetto dovremmo distinguerci da PPD e PS? Vogliamo introdurre, come qualcuno, le cariche a vita, ad personam? Un bel aforisma di un collega dice: “Una forma di elezioni: votarsi all’infinito”. Interpretabile la norma non lo é. La lettera del testo è chiara e anche la cosiddetta ratio legis. E chiara per chi, senza fasciarsi gli occhi, vada a rileggersi i lavori preparatori. La norma è almeno moralmente imperativa. In ogni caso, se chi ambisce a restare in carica è il primo a non rispettare le regole democraticamente votate dal proprio congresso, allora v’è da chiedersi che servizio possa dare ancora al paese e se non sia un mero “servizio a se stessi. Certo la norma consente una sola eccezione: una 5a legislatura per chi ne avesse alle spalle 4, ma non per chi ne ha già 5 o 6. L’eccezione, entro questi limiti, dovrebbe restare tale ed essere decisa dalle assemblee, le basi, solo in casi particolari. Tali eccezioni non dovrebbero, fosse solo per eleganza, essere invece chieste, volute, pretese magari con attitudini minatorie (tipo: altrimenti me ne vado alla Lega o alla Federazione delle Liste civiche) dai diretti interessati o da loro gregari.

Non argomento no.2): La limitazione della cariche è un lusso per il partito. Se, come qualcuno ha scritto, il PLRT non può permettersi tale lusso, allora mi chiedo come se lo possano permettere i partiti che non sono quello di maggioranza relativa. O siamo disfattisti e certi si ritengono indispensabili, insostituibili, votati alla gloria eterna, oppure non si può sottacere che il PLRT ha nuove leve valide e motivate su cui puntare. O vogliamo bruciare altre generazioni per scopi egoistici di taluni invece che pensare all’interesse pubblico generale, in questo caso, della vita futura del partito stesso?

Non argomento no. 3): Esperienza, competenza, disponibilità e lavoro. Apriti cielo. Dopo di me il diluvio, verrebbe da dire in qualche caso. O ancora, parrebbe che alcuni siano “nati imparati”. Nessuno nega l’impegno e le capacità di taluni, ma prima di rimettere in lista alcuni uscenti, le “commissioni cerca” e l’elettore vadano a vedere le percentuali di frequenza alle sedute parlamentari e commissionali; il numero di atti o rapporti parlamentari allestiti; in quante occasioni questi eletti si sono resi disponibili o proattivi verso le sezioni o i problemi locali. Per la questione “esperienza e competenza”: mi si spieghi perché queste non potrebbero essere trasmesse alle nuove leve? In molte associazioni e aziende esistono le figure di “Consigliere/consulente Senior” o “Past President” che servono proprio ai nuovi “manager” per fornire consigli, tramandare esperienza e conoscenza. Stranamente ciò non sarebbe possibile in politica? Forse non lo è per chi non vuole cedere il passo, fosse anche scegliendo ed aiutando nuove leve, convogliandovi pure i propri voti. Pertanto la tesi che se taluni dovessero essere tenuti a lasciare anche i propri voti andrebbero altrove, è una tesi di mero comodo, direi minatoria e egocentrica, oltre che falsa. Si è già visto che quando la volontà c’è, questi riescono a far eleggere i propri prescelti. Infine, ammettendo che un nuovo eletto debba farsi le ossa nella prima legislatura, vi è da attendersi che coloro i quali saranno già alla 2a, 3a o 4a legislatura, non siano incapaci (anzi!), e saranno già sufficientemente “esperienziati”. Non c’è quindi la necessità che restino ancora degli eletti alla 5a legislatura (o oltre) a fungere da “maestri”.

Non argomento no.5: Entusiasmo. Ammetto che l’entusiasmo per la politica possa essere forte. Ma perché quello di chi sarebbe al termine della 4a legislatura sarebbe di Serie A e quello di giovani o nuove leve dovrebbe essere di Serie B. Perché tale entusiasmo non sarebbe convertibile per i “Senior” in altre funzioni e cariche partitiche o politiche? Come fa a venire l’entusiasmo a chi non vede prospettive?

Non argomento no.6: “Chiedo di essere rieletto perché tra uno o due anni diverrei presidente del parlamento”, oppure “chiedo di essere rieletto perché ho messo in cantiere un progetto (fusioni comunali, riforme,…)”. L’argomento è inconsistente e artificioso. Per chi lo invoca ci sarà sempre qualcosa d’incompiuto a cui aggrapparsi, ma la vita è così e ha i suoi cicli. Anche a dei grandi personaggi se ne sono succeduti altri in grado di portare avanti le cose, con magari altre doti.

In breve, i non argomenti usati dagli interessati fanno capo solo alla propria superba autoreferenzialità e dall’inconfessata idea, nonché certezza di essere dotati di un’esperienza unica, non trasmissibile e indiscutibile.

Avv. Matteo Quadranti, già presidente distrettuale PLR