Sport e Valori

Lealtà, gentilezza, semplicità, educazione

Lo sport, tra cui la ginnastica, è stato e sempre dovrebbe essere uno strumento ottimale per lo svolgimento di alcune pratiche etiche primarie, elevare l’uomo, trasmettere valori universali, come: la lealtà a dei principi, a dei valori e verso le persone; il rispetto delle regole, dei compagni di squadra e dell’avversario; la ricerca e la conservazione della salute fisica che è presupposto ideale di quella morale. Lo sport, scuola di vita, insegna a prendere le cose sul serio ed è parte integrante della cultura di una società e si sviluppa in simbiosi con i cambiamenti di quest’ultima. Si pensi solamente al bagaglio di tradizioni che le discipline sportive portano alle culture delle nazioni o agli stretti legami che intercorrono tra sport e media. I campioni dovrebbero fungere da esempio di queste virtù e non approfittare di questa maggior visibilità per trasmettere modelli di comportamento irriguardosi, di superbia e arroganza. Modelli negativi, questi, che con l’avvento dei media (TV, Radio, Internet, Social Network) hanno purtroppo visto ampliarsi gli effetti diseducativi. Talvolta vien da chiedersi se certi sportivi facciano sport per passione, per il gusto del gioco che praticano o piuttosto per la fama, la vita mondana e il denaro. Lo sport è antico almeno quanto lo sviluppo dell’intelligenza umana. Per l’uomo primitivo, l’attività fisica era solamente un modo molto utile per migliorare la propria conoscenza della natura e la padronanza dell’ambiente che lo circondava. Il nostro Roger Federer può essere considerato un buon esempio per signorilità, eleganza, gentilezza e semplicità. Un altro buon esempio è quello del calciatore Dino Zoff di cui ho letto un racconto/intervista sullo sport e la gentilezza promossa dall’Associazione internazionale Gentletude (un neologismo che unisce la parola gentilezza al concetto di attitudine; www.gentletude.ch). Obiettivi di questa associazione sono combattere l’arroganza e la maleducazione, promuovere la cura e l’attenzione per l’altro, il buon senso e la competitività equilibrata.

Zoff rammenta innanzitutto le proprie origini, quando lo sport restava una seconda o terza scelta dopo la formazione scolastica e professionale, e ci ricorda l’importanza dell’umiltà, e di riflesso il coraggio, di riconoscere i propri limiti o quelli dei propri figli. Essere gentili significa innanzitutto esserlo con se stessi, amarsi per quello che si può dare e rinunciare senza vergogna quando non si è all’altezza. “Lo sport dev’essere qualcosa di semplice, molto veritiero, senza troppi orpelli, fatto per il piacere di stare assieme al resto del team. L’educazione è un elemento importante della gentilezza perché reca in se una dose di umiltà e senso civico. Considero la gentilezza una parola dai molti strati: è buon senso, intelligenza nell’agire, distacco nel giudicare, una forma di coscienza interna”, scrive Zoff. Il fatto di praticare uno sport dove bisogna condividere degli spazi come una palestra rende più naturale mettere in gioco aspetti quali la generosità, l’affetto per gli altri, l’aiuto reciproco, ossia atti di gentilezza. Lo sport è spirito di sacrificio, guarda alla sostanza, alla concretezza delle cose, non trova scuse per qualsiasi cosa. Sono valori che sono utilissimi in ogni ambito della vita. Stiamo attraversando un’era caratterizzata dalla perdita di civiltà e dalla mancanza di buone maniere. Un decadimento di tutto quanto mantiene funzionante la macchina sociale. Abbiamo assistito al crollo della tolleranza e del rispetto reciproco che consentono agli individui di vivere la propria vita in pace, in una società complessa. La civiltà è questione di costumi, etichetta, buone maniere e educazione, rituali/regole formali e informali: tutti elementi che facilitano le nostre interazioni offrendoci il modo di trattarci con rispetto e considerazione reciproci. La civiltà crea uno spazio sociale e psicologico nel quale gli individui possono vivere la propria vita e compiere le proprie scelte. La civiltà promuove una società che si comporta bene verso se stessa, i cui membri rispettano il valore intrinseco dell’individuo e dei diritti altrui. Le persone maleducate sono tali perché hanno una stima errata del proprio valore e perché ritengono che il cameriere o l’autista debbano essere valutati in base al loro reddito e non per la loro umanità. Ai giovani, Dino Zoff consiglia: “siate bravi, fate le cose per bene, senza mai trascurare di essere gentili e premurosi verso gli altri. Se uno lavora deve lavorare bene; qualsiasi cosa fai, falla bene, impegnati al massimo. Non essere invidioso, non denigrare gli altri, mostrati sempre disponibile e premuroso”.  Condivido! Vale anche per noi adulti, e in ogni campo.