Rosso – mostra di Lidia Nawrocka

24 marzo 2012 – Balerna- Sala del Torchio

Mia presentazione al vernissage della mostra

Care e cari visitatori

In nome e per conto del Dicastero Cultura e del Municipio di Balerna, vi porgo il più cordiale benvenuto a questa mostra.

È questa la seconda mostra del 2012 delle tre che ogni anno, e da oltre 20 anni, il Municipio di Balerna ha il piacere di organizzare, consapevole che nella vita di una comunità, nella conclamata “qualità della vita”, vi debba essere spazio anche per l’Arte, la Bellezza come fonti di positività, di introspezione e ispirazione al bello e al buono. In fondo l’essere umano, sin dai graffiti nelle grotte preistoriche, ha sempre sentito la necessita di raffigurare gesti, azioni, momenti di vita, elementi di natura, e via discorrendo, su vari tipi di superfici e in varie tecniche. Non si vede quindi un valido motivo per cui nel Terzo Millennio questa necessità intrinseca, interiore e peculiare all’uomo – unico animale in grado di generare opere d’arte- debba perdere di valore. Soprattutto debba perderlo a favore di una banalizzazione della vita. E di questo ho trovato conferma in una recente iniziativa del “Sole24ore”, noto giornale economico italiano, che ha lanciato un dibattito nazionale pubblicando un “Manifesto per la Cultura” come grande cantiere per il rilancio e la crescita innanzitutto economica, ma al contempo sociale e politica dell’Italia. Credo che dobbiamo importare non solo i modelli negativi, ma anche le iniziative lodevoli che ci pervengono dalla vicina Penisola. Soprattutto in una zona di frontiera qual è la nostra, nel bene e nel male.

Come sempre la scelta dell’artista da ospitare è avvenuta ad opera della Commissione culturale che vaglia le numerose richieste e segnalazioni che ci pervengono. Questa sala ha acquisito ormai una certa nomea e pure tra gli artisti è ritenuta un punto di arrivo, o quantomeno un punto intermedio del proprio percorso artistico.

Lidia Nawrocka è una giovane artista di origini polacche e in Polonia ha frequentato e finito gli studi presso l’Università di Belle Arti. Ha lavorato per molti anni nel campo della moda quale fashion e textil designer– e lo si percepisce anche dalle sue opere qui esposte – coltivando sempre la passione per la pittura che ora praticamente la sua attività principale. Al suo attivo ha già diverse mostre collettive e personali in Svizzera (Arzo, Mendrisio, Lugano) e in Italia e ciò a partire dal 2005. Le opere, e oggetti d’arredo, qui esposte sono circa una cinquantina e sono in vendita.

La nostra ospite per la sua pittura, per certi versi molto design, fa uso di colori ad olio, miscelati con diversi materiali tra cui pietre, tessuti, pezzi di carta ch’ella raccoglie e riutilizza in modo da creargli una nuova forma e offrendogli la possibilità di una nuova vita. Un traslazione artistica di una sensibilità “VERDE”, ecologista, cresciuta nella nostra società.

I soggetti preferiti sono, come potete vedere,

– Il ROSSO è praticamente, e scusate gioco di parole, il “filrouge” delle opere. Infatti questo colore, oltre a dare il titolo alla mostra, lo ritrovate in quasi tutti i quadri. Potremmo anche pensare ad un “omaggio”, seppur solo quale semplice richiamo, ai periodi BLU o a quello ROSA di Picasso, risalenti ad un secolo fa. In un bellissimo romanzo d’amore, d’intrighi e misteri del premio Nobel Orhan Pamuk dal titolo “Il mio nome è rosso”, ambientato nella Istanbul del 1591, a un certo punto si legge:

“Sento che vi domandate: cosa significa essere un colore? Il colore è un tocco dell’occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio. Sono così contento di essere rosso. Mi brucia dentro, sono forte, so di attirare l’attenzione. Non mi nascondo. Non ho paura degli altri colori, delle ombre, della folla o della solitudine”.

E poi il maestro miniaturista rispondendo alla richiesta di un allievo di raccontare quale sia la sensazione del rosso a chi non l’avesse mai visto, risponde:

“Se lo toccassimo con la punta delle dita, avremmo una sensazione di qualcosa tra il ferro e il rame. Se lo prendessimo in mano, sentiremmo bruciare. Se lo afferrassimo, lo sentiremmo pieno come un pezzo di carne salata. Se lo prendessimo in bocca, la riempirebbe. Se lo annusassimo, avrebbe l’odore del cavallo. Se profumasse di fiori, sarebbe simile alla margherita, non alla rosa rossa”.

A chi fosse interessato alla storia e simbologia dei colori consiglio la lettura de “Il piccolo libro dei colori” (105 paginette) di Michel Pastoureau, massimo esperto mondiale dei colori.

A proposito del Rosso, ma non solo, egli racconta ad esempio che:

  • Il rosso, a differenza del morigerato blu, è un colore orgoglioso, ambizioso, simbolo del potere riservato all’alto clero, al dio Marte, all’imperatore e ai suoi centurioni romani o ancora alle toga di certi alti giudici; ma è anche la bandiera rossa dei comunisti che si vuole simbolo del popolo oppresso; è il fuoco e il sangue, l’amore e l’inferno; il divino e il peccato; l’erotismo e la passione delle “Luci rosse”; il lusso degli abiti da sposa sino al XIX sec;
  • In russo, krasnoi, significa “rosso” ma anche “bello”. La Piazza Rossa di Mosca è la Bella Piazza.
  • I pigmenti del colore rosso sono probabilmente i più antichi usati dall’uomo già nell’arte paleolitica. La chimica del rosso è stata precoce e ne ha determinato il successo. Le opere di Lidia sono quindi un omaggio a questo colore che ha dominato, forse più che altrove, l’Occidente.
  • Il rosso indica la festa (il Natale) e lo spettacolo (teatro, tappeto rosso);
  • Il rosso è segnale di divieto (semafori), di allarme (allarme rosso, cartellino rosso, conti in rosso), di soccorso (Croce Rossa, telefono rosso)

In breve il rosso è costantemente parte della nostra vita.

– i fiori (papaveri in particolare), che sono reminiscenze sia dei prati dell’infanzia in Polonia ma anche dell’esperienza di tessuti del mondo della moda. Sicuramente apprezzabili in questo inizio di Primavera;

– gli animali, fra cui le civette (portafortuna) e le rane (pure simbolo di buona sorte soprattutto nella cultura orientale) che ci portano al mondo fiabesco, alle favole morali di Esopo, di Fedro o di La Fontaine. Ritorno brevemente alla storia dei colori. Anche nel mondo delle favole si fa spesso richiamo ai tre colori di base del sistema antico: bianco (era l’incolore), nero (lo sporco) e rosso (il colore). Colori che ritrovate anche nei quadri qui esposti da Lidia. Cappuccetto rosso porta del burro bianco alla nonna vestita di nero, Biancaneve riceve una mela rossa da una strega nera, il Corvo nero si lascia sfuggire il formaggio bianco che finisce tra le zampe di una volpe rossa, …

– l’amore. È l’ultimo soggetto che vorrei sottolineare. In un quadro, Lidia ha inserito una frase del sociologo Zygmunt Bauman, pure lui polacco, che tenta una risposta alla domanda : “Cos’è il vero amore?”. Leggetela attentamente. Lidia parla di emozioni e di relazioni anche in un altro quadro, quello con la catena nei cui anelli sono infilati vecchi chiodi forgiati a mano.

Noi esseri umani siamo concatenati, ma bravi talvolta nell’infilare chiodi insanguinati nelle relazioni umane.

Buona visita.

Avv. Matteo Quadranti, Capo Dicastero Educazione Cultura e Sport

Comune di Balerna