L’UTOPIA SOSTENIBILE

L’utopia sostenibile è impregnata di impegno etico e ha già dato prova di riuscire a motivare fortemente, specie fra i giovani. Per molti aspetti, l’ideologia “verde” raccoglie oggi il testimone delle visioni d’emancipazione classiche del ‘900 o, postclassiche, basate sul riconoscimento delle identità e delle differenze. Non perdiamo l’occasione.

Ideologie e utopie nel linguaggio comune di oggi, hanno una connotazione negativa, ma hanno segnato da sempre alcuni cambiamenti sociali e politici epocali. Non da ultimo quello illuministico. Victor Hugo tra altri scriveva che l’utopia è la verità – prematura – di domani. Gli esseri viventi hanno un bisogno antropologico d’immaginazione etico-politica che ci caratterizza come umani che sentono sempre il bisogno di “fare ordine” tra i fenomeni della natura e della società, nonché dare “un senso” alla propria vita. Le religioni hanno sempre occupato un ruolo significativo con la loro promessa di una giustizia divina. Col Rinascimento e l’emancipazione scientifica, vi è stato un disincanto del mondo: la sfera dell’etica e della ricerca di “senso” è vieppiù passata alla filosofia e al pensiero politico. Quest’ultimo ha fatto uso di ideologie e utopie in quanto utili strumenti a cavallo tra il mondo delle idee e quello della realtà pratica. Sia quel che sia, l’utopia è sempre una critica del mondo presente e delle sue ingiustizie che contiene una proposta di cambiamento: l’immaginazione prefigura una società ben ordinata e felice. Le ideologie sono invece delle giustificazioni mistificatorie che incorniciano il presente. Cornici imperniate di valori spesso liberali (uguaglianza, libertà, giustizia), ma talvolta illiberali e antidemocratici (superiorità etnica o razziale ad es.). Il liberalismo come ideologia è fondato sui cardini della libertà individuale, dello Stato di diritto, della proprietà privata e del libero mercato, delle pari opportunità e della sicurezza sociale. A seconda dei tempi e dei luoghi, il cuore del liberalismo ha dato vita a varianti, dal liberalismo economico (fino al liberismo) a quello sociale. Il compito politico è quello di sostituire le promesse di redenzione ultraterrene con proposte di miglioramento in terra. Il confronto politico può dare luogo a polarizzazioni ideologiche distruttive per la comunità nazionale, a destra come a sinistra (fatto oggi sotto gli occhi di tutti). Il tritacarne della politica (inteso come ricerca del consenso elettorale) rischia di deformare i principi e valori dell’ideologia. Anche il populismo approdato al governo viene neutralizzato nella sua spinta propositiva di rinnovamento democratico (semmai l’abbia mai avuta). La politica non può trasformarsi in semplice amministrazione dei problemi collettivi: un’illusione in cui si è cullato in passato il socialismo e oggi si culla il pensiero unico. Alla politica i vuoti non piacciono. L’esaurimento di capitale etico – che ha colpito sia il welfarismo democratico-liberale che il neoliberismo di stampo conservatore – ha lasciato spazio alle ideologie neonazionaliste, antiliberali e xenofobe. La democratizzazione della conoscenza non ha portato ad una etica democratica ma ad una colossale confusione tra fatti, valori, realtà e invenzione. Non sarà facile ricreare una cornice di ordine, un’idea di futuro più giusto, equo, felice. Tra le idee guida da cogliere e c’è senz’altro l’utopia della sostenibilità su cui costruire una “anterotopia”: immagini davanti a noi di un futuro attraente.

L’esigenza di ordine si è fatta più acuta con la pandemia. La natura è tornata ad essere imprevedibile ricordandoci che virus e batteri esistono sulla terra da molto più tempo di noi Sapiens e probabilmente ci sopravviveranno. La scienza non ha saputo trovare subito la via giusta. Internet è diventato un supermarket di significati senza alcun valore di verità. Molti di noi hanno preso coscienza dei legami profondi che ci legano sul piano socioeconomico, politico, biologico ma anche all’ambientale. La semplice fiducia nella possibilità di incorniciare una visione di sostenibilità è già una intera filosofia della storia. Questa cornice ha oggi maggiori probabilità di affermarsi nel menu della politica. Viviamo uno di quei momenti storici in cui l’elaborazione di nuove di nuove idee e visioni può far scattare gli “scambi” della storia, imprimendo un nuovo corso.