La responsabilità? Un dovere

Novembre 2011 – La Voce, PLR Balerna

Non si può non amare il Paese nel quale si è nati, cresciuti e nel quale si è scelto di vivere e impegnarsi sia in ambito politico che sociale. Non si può non volere, sempre per amor di Paese, che chi vi è venuto ad abitare o vi si è insediato con la propria azienda in seguito, scopra ciò che è stato costruito di bello e ciò che questo Paese è stato ed è in grado di offrire come servizi e prestazioni. Dopo aver ricevuto a livello di strutture e organizzazioni scolastiche, extrascolastiche, sportive e politiche, vi è un momento nel quale, una volta adulti, si tratta di ringraziare chi ci ha permesso di vivere in una situazione di crescita economica, di stabilità della politica e delle finanze pubbliche. Ma oltre ai semplici ringraziamenti bisogna anche cercare di tramandare questo stato di fatto fondamentalmente positivo affinché non solo le generazioni future ma anche quelle di oggi (dai giovani agli anziani) possano continuare a sperare in una certa serenità e sicurezza per il proprio futuro. A maggior ragione, questo senso di responsabilità verso il proprio Paese e verso i concittadini, deve manifestarsi in questi tempi difficili. Bello sarebbe poter dare soluzioni facili, facilmente comprensibili e di immediato effetto. Ma la realtà è purtroppo più complicata e bisogna adattare soluzioni e strategie col mutare delle circostanze. In poche parole, ci vuole flessibilità e capacità di costruire sempre nuove forme di progresso (economico, sociale, ambientale), rimanendo saldi, ma non immobili, nel proprio metodo di lavoro e nei propri valori. Tempi, questi in cui viviamo, dove prevalgono i timori (alcuni reali altri enfatizzati) per le insicurezze dei posti di lavoro (trovarli e mantenerli non è più qualcosa di scontato), per le incognite dovute a fattori internazionali (sia nei rapporti tra gli Stati, ad es. tra Svizzera e Italia, sia in quelli tra mercato e finanza globale e le realtà degli Stati nazionali). Ci sono poi i problemi interni: aumento dei premi delle Casse malati, futuro della previdenza professionale, attacchi al segreto bancario e via discorrendo. In tutto questo cosa può fare un partito, quale il PLR a livello locale. Innanzitutto deve resistere al tentativo di imitare altre forze politiche in crescita. Con queste, che sono una realtà, bisognerà dialogare poiché, al di là del fatto che attacchino i partiti cosiddetti storici, sono esse stesse dei veri e propri partiti, con i loro pregi ma anche con i propri difetti. Il PLR, a livello federale e cantonale avrà commesso degli errori, ma questo, va detto, è anche una conseguenza di chi si assume responsabilità. Solo chi non fa nulla e si limita a criticare, non può sbagliare. Di sicuro vi sono cose che dovranno essere corrette. Tra queste: rendere meno burocratiche e formaliste certe procedure al fine di favorire i cittadini e gli imprenditori, curare maggiormente le piccole e medie imprese che sono quelle che poi si legano al territorio, riconsiderare l’importanza della tutela del ceto medio che pure è quello che di regola da stabilità alle entrate fiscali degli enti pubblici a differenza di altri redditi e utili tanto elevati quanto volatili, dislocabili e instabili. Quindi anche per Balerna si tratterà di riprendere un maggior contatto con la cittadinanza e le aziende, rivedere il Piano regolatore generale per valutare dove l’Ente pubblico può andare incontro alle esigenze dei cittadini, del nostro ambiente (verde e edificato), della mobilità che tanti problemi sta creando sull’asse principale e nei quartieri. Si dovranno anche fare sforzi per mantenere quei servizi e aiuti preziosi quali quelli legati al mondo della scuola, agli anziani, alle società e ai meno fortunati. Voler bene a questo Comune e ai suoi cittadini, voler garantire un futuro ai servizi e alle prestazioni erogate e possibilmente migliorarli, significa anche non chiudere a priori le porte ad un discorso aggregativo con i comuni limitrofi, tanto più che altre realtà non distanti già si sono mosse in questa direzione. Senza pregiudizi e timori, senza trarre conclusioni affrettate o far battaglie partitiche e campanilistiche, mettiamoci almeno al tavolo per uno studio che ci dica quali potrebbero essere i pro e i contro in modo da decidere con cognizione di causa. Per raggiungere gli obiettivi ci vuole “una popolazione balernitana” che condivida progetti comuni e non solo “la gente di Balerna”. Un popolo è molto di più che un insieme di persone singole, indistinte sia qualitativamente che quantitativamente. Se è quindi giusto ascoltare la cittadinanza – ciò che non si fa solo al bar -, questa ha poi bisogno di persone che lavorino per trovare le soluzioni. Ascoltare e basta da una parvenza di attenzione ai propri problemi, ma ancora non vuol significare che le soluzioni vengano calate magicamente da sole.

Questa è responsabilità. Un dovere…il nostro.

 Matteo Quadranti, Municipale.