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Essere liberali è impegnativo e faticoso, scrive il liberaleradicale Arnaldo Alberti nel suo recente e critico libro “Eclissi liberale”. Ci sta: essere liberali è accettare e fare, con umiltà, autocritica, non abdicare a favore di imbonitori e opportunismi. Il PLR di oggi vuole rimettere al loro posto le lancette della cultura politica liberale. In quanto “cultura”, tratta di un passato di ideali e valori fondanti oggi gravemente bistrattati quali: difesa dei Diritti individuali, Stato di diritto e Separazione dei poteri. Ma in quanto “liberale” una cultura pesca dal proprio passato con lo scopo di esser declinata, in modo “evoluzionistico”, al progresso, che è inarrestabile. Per progresso vogliamo intendere non solo quello economico e tecnologico (che ci imporrà nuove sfide di libertà dal potere delle scienze, in particolare sfide bioetiche, e della digitalizzazione) ma anche quello sociale (la coesione interna, e identitaria, e quella esterna, sovranazionale, migratoria). La terza promessa illuministica della (coesa) fratellanza, oltre a libertà e uguaglianza, va pure costantemente difesa.
Essere liberale oggi significa essere conservatore, quando si tratta di difendere libertà acquisite, e radicale, quando si tratta di conquistare spazi di libertà ancora negati o libertà ad es. dal bisogno dei più deboli come ce lo chiede la Costituzione federale del 1998 nel suo preambolo che recita: “consci che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”. Il liberale è poi reazionario per recuperare libertà smarrite; rivoluzionario quando la conquista di libertà non lascia altre alternative, e progressista sempre, perché senza libertà e pari opportunità di partenza non c’è vero progresso.
La cultura di Stato ha tra i suoi vettori principali: la scuola pubblica, i mezzi di comunicazione, i partiti. Lo stato di cultura è un obiettivo: dare, ridare o rinfrescare a tutti gli strumenti per comprendere la realtà. Il futuro della cultura liberale è quello di ridare a tutti, nessuno escluso, luce e fiducia nei propri mezzi e nelle proprie potenzialità.
Matteo Quadranti, gran consigliere