Contattami:
marzo 2008 – IL GINNASTA
Tra le varie espressioni di senso comune vi è quella secondo cui un’esperienza è descritta come “una palestra di vita”. Visto che la saggezza popolare ha più di un fondo di verità, mi chiedo perché si sia utilizzato proprio il sostantivo “Palestra” e non “Stadio”, “Pista” o “Piazza di vita”. Certo quale alternativa si usa dire anche “Scuola di vita”, e a ragione. Se le due espressioni sono interscambiabili è perché Scuole e Palestre sono luoghi deputati da tempo immemorabile all’educazione della mente e del corpo dei nostri giovani, come sostenevano già gli antichi romani. Non è quindi un caso che questi due luoghi d’educazione siano sempre fisicamente vicini uno all’altro.
Il tema della violenza giovanile è di recente assurto alla ribalta della cronaca. Come sempre accade, i mezzi di stampa si limitano a dar risalto ad eventi negativi mentre la miriade di esempi positivi e quotidiani, anche in seno alla nostra gioventù, non fanno notizia. Perché ciò che dovrebbe essere la normalità, ma forse non lo è più in modo così evidente, non fa “ascolti” in TV? Perché i media non ritengono di dare anche loro il proprio contributo socialmente utile, magari, visitando qualcuna delle nostre manifestazioni ginniche cantonali o campi d’allenamento? Il motivo di tale disimpegno mi risulta, più che incomprensibile, direi, inaccettabile. Francamente scalda il cuore, rinfranca lo spirito e infonde speranza nei giovani, entrare nelle nostre palestre e constatare centinaia di bambini e giovani intenti a dare il meglio di sé con qualche attrezzo. I nostri ginnasti sono uno spettacolo da vedere e far vedere anche fuori dalle palestre. Mi chiedo invece – ma non prendetemi per ingenuo, semmai sono provocatore – perché solo sport come il calcio, l’hockey o il ciclismo trovino spazi mediatici anche quando generano fenomeni diseducativi e di violenza come gli hooligans, gli scandali finanziari, il doping, ecc…? Un quotidiano ha dedicato di recente una pagina con interviste sul tema sicurezza. In breve pare che siano in crescita le vendite di bombolette spray al pepe come autodifesa, ma però è “incoraggiante” (?) sapere che tra le attività sportive quale rimedio alla violenza giovanile vi sono le arti marziali con le loro tecniche di difesa personale. Per carità, rispetto pienamente questo sport che nel suo senso più profondo è anche filosofia di autodisciplina, ma la ginnastica insegna, oltre alla disciplina individuale e di gruppo, anche la grazia, l’armonia e la forza, quella interiore. Senza scomodare la filosofia della “non violenza” attuata politicamente da Ghandi (che, andando oltre anche alla violenza quale mezzo di difesa, aveva ottenuto successi inimmaginabili), credo sia preferibile e più istruttivo canalizzare le energie in uno sport quale la ginnastica che ha qualcosa in più: è un modo “artistico” di vivere.
Avv. Matteo Quadranti, pres. ACTG