Promovimento Economico e Arbitrario

28 settembre 2006 – Corriere del ticino

Il Libro Bianco « Ticino 2015 » del prof. Carlo Pelanda, era stato vo­luto dal DFE nel 1998 per indica­re il modello e le scelte da attuare per la promozione economica e la competitivi­tà territoriale del Ticino. Tra le diverse scelte indicate v’era quella di un sistem­a per gli arbitrati internazionali. Parten­do dalla previsione che la globalizzazio­ne avrebbe accentuato la domanda di arbitrato internaziona­le da parte delle unit­à economiche, lo studio affermava che le poten­zialità del Ticino, in questo ambito, sono molteplici. Il nostr­o Cantone, nella Svizzer­a neutrale, offre un mar­chio di consolidata in­dipendenza e imparzia-l­ità. I ticinesi hanno co­noscenze multilinguisti­che. Il Cantone confina con la forza economica dell’ Italia settentriona­le ed è crocevia tra Nord e Sud Europa. È la ter­za piazza finanziaria nazionale.

I vantaggi dell’arbitrato come forma pri­vata di giustizia sono evidenti: celerità, esecutività dei lodi arbitrali, competen­za, flessibilità, riservatezza, alleggeri­mento della giustizia statale. Un sistem­a adeguatamente sostenuto per l’arbitrat­o internazionale sarebbe un forte attratto­re di persone qualificate e di capitali, po­tenziando i servizi finanziari e legali e di sostegno agli affari residenti nel Can­tone. Esso stimolerebbe nuovi tipi di ser­vizi quali la contrattualitica internazio­nale avanzata e le attività di « Busines­s intelligence » .

Oltre ai vantaggi diretti del settore su­l piano economico, si devono considerare anche i vantaggi dell’indotto generato dai fruitori dell’arbitrato per alberghi, ristoranti, commercio al dettaglio, tra­sporti e servizi in genere. Da uno studio effettuato a Ginevra negli anni ‘ 90 emer­geva che per ogni singolo caso di arbi­trato vi era una ricaduta di puro indot­to di circa fr. 100.000.– sull’economia can­tonale.

Il Libro bianco non sottaceva che una concorrenza nel settore dell’arbitrato si sarebbe accentuata a livello internazio­nale (Parigi, Londra) ed esisteva inter­namente (Zurigo, Ginevra, Basilea,…) laddove le rispettive Camere di Commer­cio avevano già un sistema arbitrale. I­l prof. Pelanda riteneva comunque che­, partendo dal centro d’arbitrato volut­o dalla Camera di Commercio Ticinese, dall’ Ordine degli avvocati e basato su­l « Regomento d’arbitrato e di conciliazio­ne di Lugano » del 1997, si sarebbe do­vuto inserire tale scelta di sviluppo com­petitivo tra quelle ad alto livello di prio­rità.

Lo sviluppo di un sistema d’arbitrato non avrebbe potuto essere implementato in modo rapido e efficace senza un adegua­to sostegno privato ma anche da parte dell’ Ente pubblico, per pubblicizzare tale servizio al di fuori dei confini nazionali. Uno sviluppo competitivo del nostro ter­ritorio in questo settore potrà avvenire so­lo se si ampliano gli oriz­zonti per attrarre fruito­ri d’arbitrato in ambito internazionale.

A 8 anni dalla pubbli­cazione di « Ticino 2015 » , il DFE ha pub­blicato i risultati del programma « Coperni­co » e in un’intervista al responsabile della Sezio­ne (CdT 3 agosto 2006), quest’ultimo descrive le nuove prospettive nell­a promozione economica. Senza sminuire il ruolo di promozione svolto in prima linea da alcuni Comuni, il DFE eviden­zia i settori d’attività nei quali ci si è mossi e si sono ottenuti ri­sultati, ovvero principalmente quelli del­l’elettronica, della logistica, dell’informa­tica e della chimica farmaceutica. No­n traspaiono invece azioni svolte o previ­ste in sostegno alla promozione di un si­stema d’arbitrato internazionale benché nel Libro Bianco s’indicasse tale settor­e tra quelli ad alto livello di priorità.

Nel frattempo in Ticino vi sono state del­le giornate di studio per « addetti ai la­vori » promosse da entità estere in cui si presentavano ad esempio i vantaggi di un arbitrato internazionale in Inghilter­ra. Non si sà se tali iniziative private fos­sero sostenute da enti pubblici dei Pae­si o delle Città straniere sedi di centr­i d’arbitrato internazionale; ciononostan­te sarebbe opportuno sapere se il DFE non ritiene prioritario un sostegno in ta­le settore mediante una promozione at­traverso la rete di contatti con l’ester­o (anche verso i nuovi mercati emergen­ti) che sembra essere stata attivata nel frattempo e ciò in appoggio anche agli sforzi profusi dalla Camera di Commer­cio ticinese.

La lex mercatoria come legislazione pri­vata in un contesto globalizzato richie­derà sempre più di far capo a sistemi d’arbitrato. Sebbene si tratti di un setto­re effettivamente privato per cui dovreb­be valere il principio di sussidiarietà nel­l’intervento dell’ Ente pubblico, si ritie­ne che dal profilo della competitività ter­ritoriale valga la pena di investire an­che in questo settore.

* Avvocat­o