Non lasciamo al buio un terzo del Cantone!

23 maggio 2011 – Corriere del Ticino

La votazione del prossimo 5 giugno 2011 assume una particolare importanza per l’approvvigionamento energetico garantito dall’Azienda elettrica ticinese (AET). La strana coalizione Lega – Verdi ha sferrato pesanti attacchi all’AET, l’azienda cantonale incaricata per legge di approvvigionare in modo sicuro ed economico i consumatori e le aziende ticinesi. Che credibilità ha l’appello congiunto di Verdi e Lega a votare a favore dell’iniziativa “AET senza carbone”, fatto con foto ingannevoli di vetuste centrali a carbone? La centrale di Lünen (ancora in costruzione), voluta dal governo rossoverde tedesco e dalle autorità locali, è una centrale modernissima, gestita da una società composta da una trentina di aziende elettriche comunali e regionali. Tale società pubblica, cui AET partecipa con il 15%, ha adottato notevoli provvedimenti a tutela dell’ambiente e si rifornirà di materia prima socialmente ed ambientalmente certificata. La centrale di Lünen sostituirà vecchie centrali a carbone, aumentando dal 35% al 50% l’efficienza energetica rispetto a quelle centrali. Ci sarà pure un impianto moderno di teleriscaldamento per la cittadina. Bando quindi alle demonizzazioni della centrale di Lünen fatte da Lega e Verdi. Se vogliamo essere proiettati verso il futuro dobbiamo lasciar da parte le vendette e le rivendicazioni del passato che mirano solo a verifiche sui rapporti di forza dei partiti. Oggi tutti sono concordi sulla necessità di abbandonare il carbone. La visione ecologista di questo Cantone è quindi già tracciata. L’unico punto in discussione è quindi sapere a quali costi raggiungerla e migliorarla.
Perché è necessario che AET partecipi alla centrale di Lünen? Perché altrimenti il Ticino tra il 2015 e il 2035 non potrà coprire ca. il 30% del suo fabbisogno elettrico. Sarebbe come lasciare al buio un terzo del Ticino. Si tratta di un importante buco di approvvigionamento dovuto al fatto che scadono contratti di lunga durata tra AET e altre ditte fornitrici (energia peraltro in parte di origine nucleare, per cui la cosa dovrebbe far contenti i Verdi). Svendere, con perdite di decine di milioni la partecipazione di AET alla centrale di Lünen, vuol dire lasciare il Canton Ticino in una situazione grave di ammanco d’elettricità, che potrebbe essere colmata solamente a prezzi elevati ricorrendo al mercato europeo, il quale attualmente mette a disposizione quasi solo energia da fonte nucleare e fossile. Per cui vi sarebbe un peggioramento sia dal lato economico, sia dal lato ecologico rispetto all’energia fornita dalla moderna centrale di Lünen. Ritengo anche importante considerare che: le finanze cantonali saranno ulteriormente gravate, dall’anno prossimo, di circa 80 milioni annui per il sussidio alle cliniche private; il risanamento della Cassa pensioni comporterà un costo di ca. 50 milioni; sono pendenti varie proposte di sgravi fiscali per centinaia di milioni; le future entrate fiscali sono ancora tutte da verificare. Quindi, pur con tutta la sensibilità ecologica, andare a perdere altri 30/50 milioni mi pare una scelta scellerata. Per attuare il futuro Piano energetico cantonale (PEC) bisognerà disporre di finanze sane.
Invito quindi a votare NO all’iniziativa dei Verdi “AET senza carbone” e SI al controprogetto, il quale assicura lo sviluppo di investimenti progressivi per il risparmio energetico e per le nuove energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico) nei prossimi 10-20 anni. Il controprogetto permette all’AET di rifornire in modo economico e sicuro il Ticino nel periodo critico 2015-2035. Nel 2035 il Ticino potrà poi far capo ai quasi 1’000 GWh annui (Lünen ne produce 900) prodotti dagli impianti idroelettrici OFIMA in Valle Maggia, che a tale data potranno e dovranno essere riscattati dal Cantone. Questo assicurerà al Ticino indipendenza energetica e fonti energetiche rinnovabili.

Avv. Matteo Quadranti, granconsigliere PLR