Il Giano liberale radicale

23 novembre 2006 – Opinione Liberale e La Voce (Balerna)

Tra gli dei della mitologia greco-romana ve n’è uno che si inserisce tra le Divinità della Città e della Campagna: Giano. Il dio Saturno scacciato dal cielo viene accolto nel regno di Giano. Per riconoscenza, Saturno fa dono a Giano di una dote particolare: una rara prudenza che rendeva il passato e l’avvenire sempre presenti ai suoi occhi. E’ per questa ragione che Giano viene raffigurato con due facce rivolte in sensi contrari, ossia una che guarda indietro e l’altra avanti, o volendo, una che guarda a destra e l’altra a sinistra, o ancora una che osserva a oriente e l’altra a occidente. Per ciò il mito è noto come “Giano Bifronte”. Il regno di Giano fu pacifico e per questo lo si considera tra gli dei della pace.

Il PLR quale partito di Centro ha, per tradizione e metodo, un ruolo “pacificatore” /”mediatore” tra visioni estreme della società e propone soluzioni concrete, che mirano alla ricerca di un consenso maturato che poi è la migliore garanzia di giustizia sociale. Il politico PLR deve combattere la politica fatta spettacolo e mera speculazione personalistica. Le due facce del PLR, quella liberale e quella radicale, guardano contemporaneamente e in una continua discussione interna, agli interessi della Città e della Campagna; a quelli della promozione dell’economia, ma anche della conservazione delle risorse ambientali e della parte di società meno fortunata; a quelli di conservazione dei valori dell’occidente ma pure d’apertura e integrazione degli stranieri.

L’economia è il motore del benessere ma sulla strada non si può circolare liberamente senza guardare avanti e indietro. Onde evitare di arrecare danno ad altri, anche un motore potente dev’essere capace di frenare e rispettare i limiti e i diritti degli altri “viaggiatori” contemporanei e futuri su questa terra. La libera economia risponde alla legge del più forte e del più competitivo ma il diritto deve proteggere anche la natura del più debole. E’ i dibattito, apparentemente irrisolvibile, sulla legge di Creonte e il diritto di Antigone, che hanno entrambe la loro ragion d’essere e la loro moralità. Sono due facce complementari di una diatriba che si ripropone costantemente in diversi momenti e aspetti della storia.

Le diverse sensibilità, radicali e liberali, non potranno rompere, e finora mai hanno spaccato, il motore rodato di una potente, ma anche prudente, macchina di pacificazione sociale. In questo senso andrebbe seguito il consiglio che esprime il Coro nell’opera di Sofocle (Antigone), ossia che sopra la legge e il diritto dovrebbe comunque sempre regnare la saggezza pratica quale principio di una vita felice. Il monito duraturo che traspare dall’opera “Antigone” è l’invito al dialogo tra le due esistenze del cittadino, privata e pubblica: questa doppia esistenza e il suo equilibrio richiedono amore per gli uomini e per la Città intesa come la polis greca ossia la prima forma democratica di governo. Bisogna essere contemporaneamente Antigone e Creonte e non essere integralmente ne’ Antigone ne’ Creonte: il diritto senza legge è cieca conservazione, la legge senza diritto è puro potere dispotico. La sola legge del mercato non è quindi sufficiente quale unico pilastro per una giusta convivenza tra esseri umani. Già Cicerone scriveva che “non possiamo distinguere la legge buona da quella cattiva in base a nessun’altra norma, se non a quella di natura” (Delle leggi, 1,44).

Liberali e radicali costituiscono la maggioranza relativa dell’equipaggio della Nave/Stato. Se gli altri – chi per eccesso di senso conservatore, chi per eccesso di progressismo – abbandonano o sabotano la nave, noi faremo il nostro dovere rimanendo al nostro posto (come le sentinelle negli avamposti) per sistemare le falle e far continuare il viaggio coordinando le vele dell’Innovazione con le funi della Sicurezza e della Giustizia, consapevoli che la ricerca della concordia è l’unica garanzia per la “buona governabilità” della nave-stato.

L’utilità (uti) – la legittima e lecita ricerca del profitto – e la “difficoltà” di dire la verità non devono uccidere la credibilità e occorre che il politico faccia tornare in onore il discorso della gratuita (frui di agostiniana memoria) e del valore del “giusto”, del retto, dell’onesto.

Facciamo in modo che i nostri giovani possano avere ancora delle Visioni e i nostri anziani dei Sogni.

Avv. Matteo Quadranti

Presidente distrettuale PLRMendrisiotto e Municipale