Ballate Maltesi

23 Agosto 2007 – Opinione Liberale

Quasi un prologo al senso di una “rubrica”

Opinione Liberale mi ha chiesto di curare una “rubrica” che di regola consisterebbe nel trattare regolarmente di un certo argomento o di seguire un certo filo conduttore. L’obiettivo di questo mio primo “pezzo” è di tentare una sorta di introduzione alla “mia” rubrica, fornendo alcune spiegazioni sul titolo scelto, non senza esporre al lettore qualche interrogativo sul senso (se ne avrà uno!) che può avere per me questa nuova “avventura” e sul filo conduttore che cercherò di dare alla stessa. L’idea è anche di fare conoscenza col lettore – esponendosi forse un poco dal profilo personale – sperando d’instaurare incontri almeno virtuali in questi appuntamenti più o meno mensili.

L’umiltà o la modestia sono tratti sempre più rari nella società di oggi: direi, con una battuta, rari quanto lo erano le virgole nei templi egizi. Non avendo la presunzione d’essere esperto di un argomento specifico ma amando in particolare dilettarmi (da dilettante appunto) di diversi temi di natura generalmente politica, filosofica, religiosa, economica, e viaggiando spesso nella cultura, o sale dell’intelligenza, di pensatori attuali e d’altri tempi, luoghi e origini, il primo problema che mi sono posto è quello del filo conduttore. D’altro canto il senso di libertà mi ha indotto a riservarmi un certo margine di manovra proprio per potermi avventurare in temi diversi a dipendenza dell’attualità, dei miei “umori” del momento e delle mie “sensazioni” talvolta amare come lo può essere un mare salato. Il secondo aspetto con cui mi sono confrontato è stato quello di scegliere un titolo adatto alla “rubrica”. Espongo (non vantando diritti d’autore) quelli che inizialmente mi erano venuti in mente e che conoscenti mi hanno suggerito – sebbene poi, per varie ragioni, li abbia scartati a favore di quello che motiverò in seguito – poiché credo possano servire per farsi un idea comunque del sottoscritto e dell’idea di rubrica che mi sono fatto: “Pensieri sparsi”, “”Tracce di pensiero”, “Riflessioni a bassa voce”, “Meditazioni fugaci”, “Il teatro dei sensibili”, “Il giardino delle idee”, “Appunti di viaggio”, “Le farfalle non abitano più qui”, “Deliri disarmati”, “Mondo 3” (quest’ultimo con riferimento alle lezioni di K. Popper sull’ottimismo della ragione e le relazioni tra corpo e mente laddove riteneva che questo “Mondo 3” fosse formato dai contenuti del pensiero e dai prodotti specifici dello spirito umano tra cui i miti esemplificativi, le teorie e i problemi scientifici, le istituzioni sociali, le opere d’arte).

Per finire la scelta è caduta, casualmente o come “prodotto dello spirito”, su “Ballate Maltesi”, titolo ispiratomi dal personaggio di “Corto Maltese” creato nel 1967 dal fumettista Hugo Pratt, la cui prima “avventura” – un po’ come la mia con questa rubrica – si intitolava “Una ballata del mare salato”. Potrei dire che l’idea m’è venuta perché è un personaggio nato quasi in contemporanea col sottoscritto e quindi noto agli oggi quarantenni o che potrei avere un’affinità con Malta poiché lo stemma di Balerna, mio Comune d’origine e domicilio, raffigura la Croce di Malta, ma sarebbe quantomeno “tirato per i capelli” tanto più che, fatto salvo “Corto Maltese” non sono mai stato un lettore di fumetti.

La realtà, credo, è che il termine “Ballata” consente di avventurarsi, appunto ballando, in un mare d’argomenti diversi con un certo “divertimento”, con “leggerezza” o meglio senza pretese di competenza. Inoltre Hugo Pratt adotta uno stile nuovo per il fumetto dell’epoca dando un ritmo cadenzato – come cadenzati saranno i tempi di questa rubrica – alle proprie vignette, il più possibile quadrate e senza fronzoli.

Ma soprattutto è il carattere dato dall’autore al personaggio “Corto Maltese” che mi ha attratto e nel quale credo per certi versi di voler assomigliare e che quindi dovrebbero permeare il senso dei miei “pezzi”.

Corto Maltese è un laconico capitano di mare che vive avventure diverse nel primo ventennio del secolo scorso. È un personaggio tollerante anche con i furfanti, comprensivo e solidale con chi ha sempre la peggio, con gli svantaggiati e gli oppressi, pur mantenendo sempre un atteggiamento d’apparente neutralità e distacco.

Il personaggio Corto incorpora poi alcuni tratti del suo inventore, ovvero lo scetticismo verso le asserzioni nazionaliste, ideologiche, religiose. Nei fumetti Corto “incontra” diversi personaggi storici famosi quali ad esempio Hermann Hesse, Hemingway, Jack London, Butch Cassidy e ha quale suo libro preferito “Utopia” di Tommaso Moro che non finirà mai, ma legge pure libri di London, Stevenson, Melville e Conrad. Condivido col personaggio la passione per la lettura e “incontro” volentieri nei miei scritti, anche se diversamente, personaggi famosi del pensiero politico, economico e filosofico del passato e del mio presente. Corto è poi un giramondo quindi aperto ad altre culture sebbene un po’ riservato e disincantato; è un gentiluomo di ventura – per curiosità o per puro caso. È l’archetipo dell’avventuriero romantico alla ricerca di improbabili tesori o di amici scomparsi vivendo la propria integrità di uomo libero di fronte alle rovine del mondo. Altri eroi, pieni di certezze, sono capaci di azioni rischiose e temerarie. Corto no . La sua è una mancanza di paura razionale, quasi filosofica. Per lui eroismo non significava riuscire a vincere sempre e contro tutti, aver ragione del mondo e imporre le proprie leggi. Per Corto la cosa importante era minimizzare il senso di ogni vittoria e di ogni sconfitta (trasformata in virtù), e imporre la propria personalità, il proprio fascino. Se lo stile per Corto è tutto, non si tratta di uno stile vuoto e aristocratico. L’aplomb del maltese è il risultato della sua cultura e dell’elaborazione della conoscenza. È il protagonista dell’attesa, degli appuntamenti mancati, delle scommesse vinte e non riscosse. Forse per questo, ovunque nel mondo, è ben accolto e rispettato anche da nemici veri o presunti.

I fumetti di Pratt non erano, come scrisse Umberto Eco, scritti per giovani lettori. L’autore parlava come si parla ai grandi, e capire il suo mondo richiedeva più impegno del solito. Il fumetto di Corto pretende dai lettori – come talvolta mi è stato fatto notare per qualche mio articolo –coraggio e passione per affrontare con le vignette temi e personaggi complessi.

Infine il tema della navigazione l’ho incontrato di recente scoprendo un personaggio poco noto del secolo dei Lumi, tale Filippo Briganti di Gallipoli, il quale nel suo “Esame economico del sistema civile” (1780) discuteva sulle attività umane (tra cui lo spirito d’impresa) e sulla loro similitudine all’arte del navigare a cui si sono spesso ispirati coloro i quali hanno avuto il compito di interpretare fenomeni complessi come appunto quelli tipici di un’impresa. Sono pagine ancora attuali. Personaggi di questa risma, naviganti, imprenditori, professionisti devono saper condurre a destinazione la propria nave tra venti e flutti a volte favorevoli, altre contrari ma comunque quasi sempre al di fuori del proprio controllo, come lo è il “mercato”. Bertarelli con “Alinghi”, Merlini e il suo equipaggio col PLRT ne sapranno qualcosa.