Amare la politica

La democrazia non cade dal cielo

Credo che la politica abbia bisogno della mediazione dei partiti e non di leader solitari. Una politica in mano ai cosiddetti “leader forti” riduce il cittadino a semplice spettatore. In realtà il nostro ruolo di politici consiste nello studiare i fatti oggettivi (non solo le percezioni) per deliberare con coscienza (come diceva Luigi Einaudi). Dobbiamo dire le cose come stanno e non giocare sulle paure. Siamo tenuti a dire la verità, gentilmente, facendosi comprendere in modo onesto e senza travisare o promettere cose irrealizzabili. Come politici dobbiamo affrontare chi la pensa diversamente da noi, esponendo argomenti pertinenti, con correttezza e senza alzare la voce. Al centro non ci siamo noi, ci devono essere i cittadini.

È una questione di rispetto verso il cittadino

Il rispetto è venuto meno con la politica gridata, denigratoria. Troppi hanno un proprio tornaconto a dividere, a contrapporre la gente tra chi la pensa in un modo e chi in un altro, a distrarre il cittadino facendogli credere che tutti i politici sono inaffidabili. La realtà è diversa, esistono politici affidabili e politici inaffidabili. Il cittadino sceglie a chi affidarsi.

Esperienza

In questi anni in Gran Consiglio ho ascoltato gli antagonisti e gli esperti, osservato chi lavora con impegno e chi fa della demagogia. Soprattutto ho lavorato con impegno nelle quattro commissioni in cui sono stato attivo (Tributaria, Nuova pianificazione ospedaliera, Costituzione e diritti politici, Petizioni e ricorsi). Ho lavorato inoltre nei gruppi parlamentari e dei gruppi di lavoro tematici (tra cui quelli relativi alla nuova legge sulla Cultura, quella sullo Sport, sul Mercato del lavoro e per il futuro del Ticino). I gruppo di lavoro sono i luoghi in cui ci si confronta e si approfondiscono i dossier per risolvere i problemi del Paese.

Il mondo che cambia

Viviamo un periodo eccezionale della storia. Dalla solidarietà post seconda guerra mondiale in cui abbiamo condiviso degli obiettivi e costruito un mondo di successo, siamo passati alla stagione dell’avidità di pochi. Con il benessere economico, siamo diventati più individualisti, maturando l’idea che il denaro sostituisca i valori. Oggi, dovremmo recuperare unità e solidarietà e un modo di vivere improntato all’aiuto reciproco. Il dibattito politico deve concentrarsi sulle priorità reali esenti da battaglie partigiane. Oggi siamo nella stagione dei fatti, basta proclami o decaloghi. Dobbiamo renderci conto che qualcosa è cambiato e ci cambierà e che nel futuro dovremo essere più flessibili e reattivi.

Il nostro futuro

Il futuro che ho in mente si basa su un sistema pubblico che tuteli il territorio, promuova uno Stato innovatore, sostenga l’economia ma soprattutto dia a tutti noi lavoro qualificato, per la nostra dignità, le nostre libertà e le nostre prospettive.

Difendiamo l’ambiente con iniziative concrete.
Ho sostenuto la tutela della zona di Valera, tra le poche ancora verdi nel Mendrisiotto; combattuto il cinipide del castagno e sostenuto la filiera. Ho sottoposto al Governo proposte sulla mobilità aziendale legata ai frontalieri facendo leva anche sul ristorno delle imposte alla fonte all’Italia. Faccio parte del comitato contro il raddoppio del Gottardo perché credo che debba essere il popolo a decidere e le istituzioni debbano esaminare tutte le alternative possibili. L’ambiente si difende con il consenso di tutti.

Promuoviamo uno Stato innovatore

La scuola pubblica e la formazione professionale e universitaria devono garantire a tutti pari opportunità di partenza. Dobbiamo poter affrontare le sfide delle nuove professioni, del telelavoro anche grazie alle fibre ottiche nelle città e nelle periferie. La ricerca e l’innovazione devono essere di casa nei nostri poli di eccellenza. Lo Stato deve essere imprenditore di se stesso verificando l’efficienza e l’efficacia delle proprie azioni e missioni. Il mondo del lavoro deve essere corretto e solidale per tutti e soprattutto per i giovani e per i disoccupati over 50: contratti collettivi, lotta la dumping salariale, sostegno all’occupazione e alla riqualifica professionale. Lo Stato deve essere innovatore anche nella gestione della sanità, della socialità e nelle nuove concezioni abitative per gli anziani.

Finanze sane per investire e per aiutare

Lo Stato deve avere finanze sane per investire nel futuro e per aiutare i meno fortunati, quando serve. Per questo ho sostenuto l’amnistia fiscale, l’iniziativa per il rilancio fiscale 2015-2019 e l’introduzione nella Costituzione del principio del freno al disavanzo e non quello del freno alla spesa.

Apertura e tolleranza

Ho sempre difeso il principio della laicità dello Stato contro chi usa la religione come strumento politico. Il Ticino che ho in mente è capace di farsi carico dei problemi della propria gente in un contesto di competizione globale. La politica deve dare prospettive e combattere le chiusure, quelle mentali in primis.

OGGI assumo con voi l’impegno di lavorare per il Ticino del DOMANI e vi ringrazio per il rinnovo di fiducia in Gran Consiglio.

Matteo Quadranti, granconsigliere